La Giunta della Fenagi-Confesercenti, riunitasi il giorno 26 gennaio 2015, dopo aver valutato la crisi del mercato dei quotidiani e periodici, e le anticipazioni sul testo del “ddl concorrenza” di prossima approvazione dal Consiglio dei Ministri, ha approvato il seguente documento:
“I quotidiani ed i periodici vivono una crisi ancora stringente: includendo anche le vendite nei formati digitali, tra il 2013 ed il 2014 la diminuzione della vendita delle copie è scesa di oltre 4 milioni di unità.
Nello stesso periodo i mensili hanno registrato un calo di circa 5.000.000 di copie, mentre per i settimanali le perdite di venduto sono stimate nell’ordine dei 25.000.000 di copie.
Alla luce di questi dati, stimiamo che nel sesto anno consecutivo di crisi del settore il fatturato complessivo della vendita di quotidiani e periodici si sia ridotto, rispetto il 2008 (ultimo anno pre-crisi) del 60%, attestandosi intorno ai 4,5 mld di euro.
Numerose testate di quotidiani e periodici chiuse, perdita del lavoro di giornalisti, cassa integrazione e licenziamento di grafici e poligrafici, ed a farne le spese sono stati anche , se non soprattutto, gli edicolanti: le imprese di rivendita giornali e periodici, nel 2014 hanno chiuso al ritmo di 4 al giorno.
Se da un lato, in questa situazione, sembra illusorio pensare che le liberalizzazioni previste dal Governo, anche a seguito delle recenti sentenze dei vari Tar Regionali e del Consiglio di Stato, possano portare a un aumento dei consumi dei prodotti editoriali e far ripartire, magicamente, il mercato dall’altro rivendicare una serie di adeguamenti economici, sacrosanti e condivisibili, senza avere un’idea su come si sta trasformando la rete di vendita, e come si trasformerà, se fosse completamente liberalizzata, ci sembra quantomeno prematuro.
In un contesto di completa metamorfosi della composizione della intera rete di vendita che già stiamo vivendo, in assenza di formali liberalizzazioni, dove gli esercizi commerciali che vendono solo prodotto editoriale si sono ridotti ad un quarto della intera rete di vendita rimasta, sono molte le incognite che si presentano alle quali dovremmo dare soluzione.
Come costruire un sistema di salvaguardia per la rete tradizionale a fronte di un mercato diverso? Come proporci e che rapporto creare con l’editore e il distribuzione locale a fronte di una eventuale e definitiva liberalizzazione?
Per noi della Fenagi sono questi gli interrogativi da porre alle nostre controparti, gli editori e la distribuzione locale, nella fase della contrattazione prima di avanzare le giuste richieste economiche, cominciando ad affrontare il tema con un approccio diverso dal passato.
La Fieg e gli altri soggetti della filiera, per la Fenagi, dovrebbero affrontare con i sindacati il vero problema che è la riduzione drastica dei fatturati della carta stampata ed organizzare la rete di vendita per un mercato editoriale in completa trasformazione che continua a ridursi progressivamente, anche a causa delle nuove piattaforme tecnologiche on line, facendo risaltare e premiando innanzitutto quelle attività di rivendita che per decenni hanno contribuito a garantire un informazione pluralista ai cittadini e che oggi sono allo stremo delle forze, ma pronte ad innovarsi e cogliere qualsiasi opportunità utile per ritrovare un giusto equilibrio tra investimenti e reddito.”