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La crisi senza fine dei giornali italiani

giornali_italiani_Le vendite in edicola si sono dimezzate rispetto a 20 anni fa. Gli spot vanno in gran parte alla tv. Che fare? All’estero guadagnano soldi con il il web e vendendo dati. Mentre in Italia…

Nel racconto della crisi dell’editoria in Italia spesso il declino dei grandi giornali viene narrato come un evento quasi inevitabile dovuto principalmente a due fattori: la difficile transizione nell’era digitale, con Internet che arriva d’improvviso a sparigliare le carte invadendo di contenuti gratuiti il mercato dell’informazione; e, secondo fattore determinante, la crisi economica e finanziaria globale del 2008. Come dire: cosa potevano fare in questi ultime tre lustri le navi ammiraglie dell’editoria nostrana se non imbarcare sempre più acqua? Ma è proprio così? Basta il combinato di questi due fattori a spiegare (quasi) tutto?

Certo, anche all’estero la crisi ha colpito, le testate hanno perso copie, hanno tagliato costi e risorse umane, ma guardando i numeri non tutto può essere spiegato imputandone la colpa a questi due elementi. Le cose sono andate bene fino ai primi anni Duemila: i fatturati dei maggiori gruppi italiani crescevano e l’avvento del digitale sembrava tutto sommato non dover disturbare il manovratore. Se guardiamo agli investimenti pubblicitari dei tre maggiori editori di quotidiani, Rcs (Corriere della Sera), Gruppo Espresso (Repubblica) e Gruppo 24 Ore (il Sole 24 Ore), si nota come questi siano cresciuti fino al 2008 per poi flettere bruscamente l’anno successivo.

Il calo tra dicembre 2008 e dicembre 2009 non solo interrompe la corsa dei ricavi pubblicitari ma lo fa in modo drammatico: Rcs deve registrare un -232 milioni, il Gruppo Repubblica-Espresso subisce un -111 milioni e il Gruppo 24 Ore -57 milioni di euro. Sommando solo questi tre editori si arriva a una contrazione degli investimenti pubblicitari di 400 milioni anno su anno. Non tutto però è stato così improvviso. La flessione delle vendite delle copie in edicola è cominciata prima, se leggiamo i dati pubblicati da Asig (l’associazione italiana degli stampatori) nel suo report L’industria dei quotidiani in Italia vediamo come, negli anni, tra alti e bassi, il volume delle copie vendute dai quotidiani abbia raggiunto un picco nel 2006 (con 1,68 miliardi di copie complessive in un anno) per poi continuare a calare…Continua

Fonte: “pagina99.it”